Le campane di Gudo Visconti (MI)

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Gudo Visconti (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta
Concerto di 5 campane in Fa#3 (Fratelli Barigozzi 1953)

Concerto solenne e distesa completa come primo, secondo e terzo segno per la S. Messa nella festa patronale dei santi Quirico e Giulitta

La cappella medievale di Gudo venne citata per la prima volta nel 1398, quando fu stilato dalla diocesi l’importante documento Notitia Cleri. L’oratorio era alle dirette dipendenze dell’adiacente pieve di Santo Stefano a Rosate, dalla quale veniva inviato un canonico per l’officiatura festiva. Il Liber seminarii citò nuovamente la piccola cappella nel 1564, pochi anni prima che questa fosse eretta a parrocchia da Carlo Borromeo, che aveva ottenuto in cambio la promessa di un ampliamento della struttura antica. L’occasione per ricostruire il tempio si presentò dopo la visita pastorale del 1573, quando il santo cardinale diede formale inizio alla costruzione della nuova parrocchiale, sorta tra la fine del Cinquecento e la prima metà del secolo seguente su disegno di Pellegrino Tibaldi. Il cantiere della nuova chiesa dei Santi Quirico e Giulitta è più volte citato negli atti delle visite pastorali alla pieve di Rosate, finché questa poté dirsi completata entro la celebre peste del 1630. Durante l’episcopato di Federico Borromeo il cantiere procedette spedito, seguendo in gran parte i disegni dell’architetto del cugino san Carlo. La parte più interessante è indubbiamente la cappella che ospita il battistero, costruita sul finire del Cinquecento e decorata con magnifici affreschi di inizio Seicento, ancora in gran parte conservati. Il bellissimo scenario del Battesimo di Cristo è inserito all’interno di una cornice abitata da santi, coronata dalla figura del Padre Eterno nella volta. L’opera di abbellimento dell’edificio coincise con l’inizio del XVII secolo e continuò per un centinaio di anni, periodo entro il quale furono realizzati tutti gli affreschi che un tempo ricoprivano la volta e la bella facciata barocca, sulla quale è impressa la data 1668. Nel Settecento ulteriori interventi artistici contribuirono a donare marcata eleganza alla costruzione, decorata con stucchi sia all'interno che all'esterno per uniformare l'insieme. La visita pastorale dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nel 1750 ci presenta una parrocchia piuttosto attiva a livello spirituale, abitata dalle confraternite della Madonna del Rosario e del Santissimo Sacramento, l’unica che si manterrà attiva nella vita comunitaria almeno fino alla visita del successore Andrea Carlo Ferrari nel 1898. L’edificio svetta su tutto l’abitato grazie alla sua bellissima facciata, elemento che riprende fortemente le linee seguite dal Tibaldi per realizzare la basilica di San Fedele a Milano. Il disegno originale della facciata parrebbe essere stato ripresto dal Richini nel corso del Seicento, vista la somiglianza con altri edifici sacri della zona a lui attribuiti. L’abside quadrangolare è affiancata dal campanile a base quadrata, che termina in una semplice monofora su ogni lato in modo da poter ospitare le cinque campane, fuse nel 1953 a Milano in sostituzione di un precedente concertino. L'interno a navata unica è suddiviso in tre campate, coperte da volte a botte e a crociera alternate, ricoperte da affreschi neoclassici che nel corso del Novecento erano andati progressivamente a sostituire quelli secenteschi. L'arco trionfale che separa l’aula dal presbiterio è sostenuto da colonne ornate a stucco, mentre la zona absidale è coperta da una volta a crociera ribassata e nervata. Il presbiterio, sopraelevato rispetto al resto dell’edificio, termina con una parete di fondo semplice, presso la quale è stato recentemente montato un elegante coro ligneo.

Un ringraziamento a @lorenzogiannini03.

0:00 Intro
1:56 Concerto
7:49 Distesa I
9:45 Distesa II

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Catégories
Architecte Architecte Intérieur - Décorateur
Mots-clés
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