Campania, ecco la "forza fresca" di casa Mastella (Pellegrino)

Votre vidéo commence dans 10
Passer (5)
Formation gratuite en FR pour les membres inscrits sur les sites de vidéos

Merci ! Partagez avec vos amis !

Vous avez aimé cette vidéo, merci de votre vote !

Ajoutées by
1 Vues
Elezioni regionali in Campania, mentre Conte e Schlein si accordano sul candidare presidente Roberto Fico, mi è balzata all’occhio una simpatica intervista rilasciata dall’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, attuale sindaco di Benevento, che in un’intervista al Corriere ha detto di voler candidare suo figlio, l’avvocato Pellegrino Mastella, in quanto FORZA FRESCA !!
Mi si è accesa una lampadina e mi sono detto: Pellegrino una forza fresca? Ma non è quello della Porsche da 90 mila euro comprata dal cognato di un boss della camorra? E allora mi sono venute in mente un po’ di vicenduole del clan Mastella. Quelli del sistema Ceppaloni. Indagati a più riprese e poi sempre archiviati, un po’ per il rotto della cuffia, un po’ perché interveniva il parlamento a bloccare tutto.
C’era una gip, Anna Laura Alfano, che indagava Clemente Mastella di peculato, truffa e appropriazione indebita dopo un servizio apparso sull’Espresso a firma di Marco Lillo, perché per chi non lo ricordasse, Mastella era a capo di un partitino che si chiamava Udeur. Valeva meno dell’1% perché veniva votato solo tra Ceppaloni e Benevento. Questo partito aveva sede in un prestigioso palazzo di Largo Arenula 34 a Roma, accanto al ministero della Giustizia dell’allora guardasigilli Mastella del governo Prodi, al secondo piano. Mentre al quarto piano c’era la redazione del giornale il Campanile, l’organo dell’Udeur, che non leggeva nessuno non c’era nemmeno in edicola, ma prendeva un milione di euro l’anno di finanziamenti pubblici all’editoria… e lì Pellegrino Mastella era assunto da giornalista senza aver mai scritto articoli. Era un’assunzione formale pagata con soldi pubblici per fargli andar su i bollini della pensione senza lavorare.
Ecco, nel 2005, siccome l’appartamento in questione era di proprietà dell’Inail, succede che l’inail invita con una lettera inviata al partito Udeur di Mastella al secondo piano a comprarlo al prezzo stracciato di 1.450.000 euro + Iva che infatti viene acquistato con i fondi pubblici del giornale. Un affarone già di per sé perché quell’appartamento vale almeno un milione in più… e Mastella cosa fa? Fa comprare l’appartamento al partito con le riserve dei soldi pubblici del giornale “Il Campanile Srl” dopodiché si fa cedere gratis dal tesoriere dell’Udeur Clemente Cimmino il 90% delle quote della società perché il 10 già gli apparteneva, e poi gira tutto ai figli: non solo Pellegrino, ma anche a Elio Mastella. Infine, ciliegina sulla torta, passano 2 mesi e l’ex campanile srl cambia nome, diventa Servizi e Sviluppo., di fatto una società privata della famiglia Mastella che ha comprato un appartamento con maxi sconto con i fondi dell’editoria che doveva appartenere al partito.
I magistrati non ne vengono a capo perché nel 2010, l’indagine di Peculato, truffa e appropriazione indebita finisce bloccata dalla Corte costituzionale su richiesta del Senato per la competenza tribunale dei ministri-tribunale ordinario. Per questa storia Mastella fece cadere il governo Prodi nel 2008 con la sceneggiata di Turigliatto…
Non solo… il tesoriere Cimmino raccontò ai magistrati che Pellegrino Mastella, gli si rivolse in “modo piuttosto rude” per “volontà di suo padre” Clemente, per intimargli di cedergli le quote de “Il Campanile srl”, che in quanto società titolare del logo del giornale di partito era l’unica ad avere il diritto di prelazione sull'acquisto del famoso appartamento. Cimmino tentò di opporsi dicendo che ”la srl era del partito e non della famiglia Mastella”), ma poi insomma ha ceduto.. In tutta risposta papà Clemente gli avrebbe dato del “ricattatore”, lo cancellò pure dalle candidature per le politiche del 2006. Cimmino che poi per dispetto si fece candidare da Di Pietro nell’Italia dei valori…
E poi ci furono altri 2 appartamenti in un palazzo sul Lungotevere Flaminio a Roma che Pellegrino ebbe suoi a meno di mezzo milione di euro in tutto. Parliamo di 10 vani nel centro di Roma acquistati tramite mamma Sandra Lonardo laddove papà Clemente era inquilino in un palazzo dell’Ina Assitalia… insomma avrebbe avuto diritto solo il ministro all’appartamento che abitava e invece boh… lì la procura non ha mai approfondito ma vabbè
Alla fine FORZA FRESCA Pellegrino girava su un Porsche Cayenne comprata da un concessionario di Marcianise detenuto al 416-bis che sempre la gip Anna Laura Alfano definì episodio di estrema gravità.. lo disse il pentito Michele Froncillo ai giudici che lo seppe dal candidato e poi consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro: versò 75.000 euro in contanti a Tommaso Buttone, cognato del boss Belforte detenuto al 41bis dei quali Pellegrino a suo tempo si affrettò a dire che non sapeva chi fossero…
Insomma dire che Pellegrino è una FORZA FRESCA per le elezioni in Campania, per chi come noi la memoria non si prescrive, ci vuole la faccia come il cu.. come si dice?
Catégories
Appartement à acheter Acheter

Ajouter un commentaire

Commentaires

Soyez le premier à commenter cette vidéo.